La Cassazione: se i consumi elettrici sono bassi non è prima casa

Se i consumi elettrici sono bassi, l’amministrazione comunale può disconoscere l’agevolazione Ici per l’abitazione principale. La presunzione di residenza effettiva in un Comune, certificata dai dati anagrafici, può essere superata dai consumi elettrici se ritenuti modesti. L’importante principio è stato affermato dalla Corte di Cassazione — come riporta Italia Oggi — con l’ordinanza 14793 del 7 giugno 2018. Naturalmente, lo stesso principio è applicabile anche all’Imu e alla Tasi. Per i giudici di piazza Cavour, per l’immobile adibito ad abitazione principale le risultanze anagrafiche hanno un valore presuntivo riguardo al luogo di residenza effettiva «e possono essere superate da prova contraria, desumibile da qualsiasi fonte di convincimento e suscettibile di apprezzamento riservato alla valutazione del giudice di merito». E i bassi consumi elettrici nel corso di un triennio sono da ritenere una prova sufficiente per superare la presunzione di residenza effettiva nel comune, «fondata sulle risultanze anagrafiche, in quanto elemento sintomatico di una presenza nell’abitazione oggetto d’imposizione non abituale». La regola è applicabile anche alle imposte locali attualmente vigenti, per contestare la presenza abituale del contribuente nell’immobile adibito a prima casa.

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